Un giorno su YouTube sono inciampata su un video di Ali Abdaal (vi ho già parlato di lui) con un titolo un po’ strano, del tipo: l’unico segreto per fare un sacco di soldi.
Siccome non è solito a titoli così smaccatamente click bait, ho cliccato (e quindi, alla fine, era un titolo click bait). Comunque, Ali diceva che l’unico segreto per fare davvero i fantastilioni è avere un’ossessione per i soldi. Un’ossessione malsana per i soldi. Lui dice: quando fai i fantastilioni cominci a pensare ad altro. All’equilibrio vita-lavoro, alle relazioni, alla salute. Ma finché quei fantastilioni non sono nel tuo conto, niente, pensi solo a come farne sempre di più. Tutti i contenuti che consumi sono su come fare soldi, tutto il tuo tempo libero lo spendi a cercare di fare i soldi. Mi sembra che Ali con questo video volesse dirci che non esistono strade facili per i fantastilioni, di solito si passa per un’ossessione malsana giudicata male da molte persone.
Poi recentemente ho guardato l’intervista di Sabrina Impacciatore a Belve. Sabrina ha un’ossessione per la recitazione. Per il provino per la parte di Italia in Non ti Muovere, andata poi a Penelope Cruz, racconta di non essersi lavata i capelli per due settimane, di aver cominciato a zoppicare per entrare nel personaggio, di essere passata sopra alle sue scarpe con il motorino per farle sembrare più rovinate. Che già alle elementari, quando ha fatto la parte della madonna nella recita scolastica, appena le hanno posato il velo sulla testa lei si è effettivamente sentita la madonna. Mi sono detta: menomale che è riuscita a fare l’attrice, alla fine. Cosa succede all’ossessione della vita che non si realizza? Non lo so, perché ho capito di essere immune all’unica ossessione.
Intendo, quella che dura davvero molti anni, magari una vita. Ne sono molto affascinata, però. Pensavo di volerla, di essere da meno perché non l’ho mai avuta. Ma ho sempre avuto tante piccole ossessioni, mai insieme, sempre una dopo l’altra.
Ad esempio, all’inizio di quest’anno avevo un’ossessione per la scrittura. Ho letto libri sulla scrittura, ho scritto un racconto e entro maggio voglio finire di scrivere un libro, così, giusto per dimostrare a me stessa che posso farlo. Inizialmente scrivevo tutti i giorni. Poi, un giorno sì e uno no. Poi ho smesso per settimane. Mentre i mesi passavano, l’ossessione svaniva. è rimasta una passione, quella che mi fa scrivere queste mail ad esempio. Non ho voglia di scrivere un racconto o un altro libro. E adesso?
La mia ossessione del momento è la corsa. Pensate, ho deciso di correre una maratona prima dei miei 40 anni. Al momento non corro neanche 5 km di fila, e comunque la mia schiena non è molto adatta a questo genere di ossessione, ma ho letto che Usain Bolt ha la scoliosi e quindi ho automaticamente archiviato la questione nella mia mente ossessionata. Se poteste vedere il mio feed di YouTube e di IG al momento, sareste persi in un mare di video sulle scarpe giuste, video strappalacrime di gente che finisce maratone e piange, solo gente che corre a perdita d’algoritmo.
Chissà quanto durerà.
L’università. Questo pezzo della mail l’ho scritto e cancellato un po’ di volte. Ora ho capito che per come sono, non dovrei mai cominciare dei percorsi così lunghi e faticosi. Voglio laurearmi alla triennale perché, dai cazzo. Ho quasi finito il secondo anno! E poi studiare per gli esami mi piace, ogni esame è diverso dall’altro e quasi per ogni esame mi dico: ci faccio la tesi!
Ma non so se andrò avanti, poi. La psicologia di comunità è stato un esame-chiave per me, ma prima di iscrivermi alla magistrale voglio fare volontariato per capire se voglio andare avanti. Questa è una cosa che ho capito: basta teoria, ci vuole la pratica. Prima di imbarcarmi in un’altra decisione per la mia carriera lavorativa devo provare. Lo sto facendo con il marketing e il project management e per ora mi sta piacendo (grazie a Sara che mi ha dato fiducia e ad altri due progetti futuri). Forse il 2026 vedrà l’apertura di una partita iva italiana, ma prima mi servono altri test.
Non prenderti (troppo) sul serio, Francè
Durante quest’anno ho capito un po’ di cose di me stessa. Ad esempio: non prendere troppo sul serio le mie ossessioni temporanee. Di giocarci, spenderci tempo e anche qualche soldo, ma senza esagerare. Ho capito di essere moderatamente brava in molte cose, ma in nessuna sono eccellente. Ho soprattutto capito che non è vero che non sono una persona seria. Perché le persone serie, si sa, portano a termine quello che iniziano. Le persone serie hanno un percorso che va da A a B e ci rimangono. Nessuno mi ha mai detto in faccia: Francè non sei una persona seria (magari lo state pensando ora, essendo stati testimoni di tutte le mie ossessioni recenti). Comunque, io me lo dicevo tutti i giorni.
Alla fine, ho imparato a ridere di questo lato di me. Grazie alle mie piccole ossessioni posso: leggervi il tema natale e i tarocchi, farvi un piano di allenamento per molti sport diversi, dirvi come produrre un podcast, vendere un corso online, parlarvi della teoria dell’attaccamento, suggerirvi delle ricette vegane e i migliori marchi di moda sostenibile, dirvi la vostra stagione armocromatica e suggerirvi i capi migliori per il vostro fisico, parlarvi dei cambiamenti dell’algoritmo di IG e del perché YouTube è la strategia migliore per molti content creator e ancora molto altro. Soprattutto, posso imparare molto velocemente.
Dirige l’orchestra
Mi aiuta pensare a me stessa come ad una direttrice d’orchestra. Le mie piccole ossessioni, o come amo chiamarle: i miei progetti, sono gli strumenti. Ogni canzone ha il suo momento, in ogni canzone c’è uno strumento che ha la parte principale e gli altri fanno da sottofondo. Alcuni non suonano. Altri stonano, posso provare a rendere la stonatura una melodia? Mi chiedo. Alle volte funziona, alle volte la stonatura è lì per dirmi che sto esagerando: troppi strumenti e non si capisce più nulla.
La mia vita è un concerto, non mi va di suonare sempre la stessa canzone. L’importante è sapere sempre che canzone ho voglia di suonare e fare del mio meglio, creare una melodia che mi faccia venire voglia di continuare ad ascoltare.
La mia unica passione che non è mai diventata ossessione è la lettura. Forse perché non c’è niente da imparare, solo da lasciarsi trasportare.
Vi abbraccio,
Francesca
P.s
sta facendo un ottimo lavoro su IG per dare voce a chi si sente così, questo carosello in particolare mi ha fatto anche scendere una lacrima, perché ha saputo dare parole a sensazioni recenti, ancora un po’ dolorose.
Mentre ti leggevo pensavo proprio ad Arianna, ma in fondo anche a me: mi sono sempre definita "secchiona" per questa necessità di studiare e studiare, di voler sapere tutto quando qualcosa mi interessa. Sai cosa, non rinuncerei mai a questa mia caratteristica: mi piace essere poliedrica e mi rassicura il pensiero (forse molto da millennial che ne ha viste di ogni 🤭) di potermi reinventare se il panorama in cui mi muovo ora dovesse cambiare.
Grazie♥️ L’è dura a volte, ma francamente non cambierei una virgola (oggi, me lo chiedevi un paio d’anni fa non lo so 😂).