Tra i libri che ho letto questo aprile c’è La Fortuna, di Valeria Parrella. Parla di Lucio, ragazzo di Pompei che visse proprio durante quello per cui tutte ci ricordiamo Pompei. È un libro breve ma che mi è piaciuto tanto. Questo passaggio ho voluto scrivermelo e scriverlo anche qui:
Del resto ci sono solo due modi di vivere: uno è avere sempre paura. Arrischiarsi il meno possibile, chiudersi in casa, fare sempre gli stessi movimenti, mangiare le stesse cose, incontrare le stesse persone, o proprio più nessuno. Oppure guardare verso la paura e dire: “Mi fa paura quella cosa lì. Quel pezzo di vita. Quella scelta, quell’esercitazione che il maestro di retorica si aspetta da me, quella carica che vuol assegnarmi l’imperatore. Mi fa paura la strada che porta fuori dalle mura, i barbari asserragliati alle colline, il rumore nel mezzo della notte di cui non so distinguere l’origine. Mi fa paura la donna che vorrei, perché la voglio.”
Ognuna di queste paure dice sempre la stessa cosa: ci ricorda che non siamo dei e che possiamo morire. Per la più piccola o la più grande impresa: noi possiamo morire, perché affrontandola scopriamo che non ne eravamo all’altezza, che quello non era il nostro posto nel mondo né il nostro destino né avevamo sufficiente abilità per sederci al tavolo di quel gioco. Se falliamo, moriamo.
Io dunque credo che ogni paura sia un piccolo gioco con la morte: un avvistamento a cui possiamo decidere o meno di dare seguito: il cane che punta verso il cespuglio quando non sai ancora se lo asseconderai.
Ho pensato che io faccio così a volte, quando mi accorgo di avere paura. Ci vado apposta, la guardo, la sfido, ci gioco, non voglio perdere. Alle volte invece la accetto, va bene avere paura di qualcosa e decidere che la si affronterà, forse, un giorno. Oppure mai. Quando decido di sfidarla lo faccio perché mi rendo conto che la libertà che mi sta togliendo per me è più importante. Non parlo solo di Grandi Scelte della Vita, anche di cazzate. Si gioca comunque con la morte, con il fallimento, anche se in scala minore.
Ma quando decido di giocare ho sempre un piano. Pianifico per tenere a bada la paura, la morte, il fallimento. Un modo per ingannarmi, per farmi coraggio.
Questo mese sono andata ad un concerto da sola, in una città che non conoscevo. L’ultima volta che sono stata ad un concerto prima di questo è stato sette anni fa, i Coldplay a Parigi. Poi, basta. Vado ai concerti solo dei cantanti di cui sono davvero fan perché io ai concerti devo poter cantare tutte le canzoni a memoria. Lo so. Infantile. Ho visto Alessandro (Mahmood) a Varsavia. Ho scelto di andare pochi giorni prima della data e in un’ora avevo prenotato. Seguendo un desiderio, fidandomi, pochissima pianificazione, per nulla da me.
Prima pensavo che quando si fanno le scelte “giuste”, grandi e piccole, si dovesse sentire il coro degli angeli. L’Universo ci spianerà la strada, non ci saranno avversità sul nostro cammino perché abbiamo seguito l’Intuito, lo sentivamo nella Pancia e di conseguenza il Destino, il Fato, la Fortuna sarà dalla nostra e se tutto non sarà perfetto allora vuol dire che la scelta non era Giusta, abbiamo sbagliato, torniamo indietro, ritirata.
Io lo sentivo nella pancia che volevo andare a quel concerto ma avevo anche paura, non ho sentito nessun coro di angeli ma solo voci nella mia testa che mi elencavano i mille pericoli in cui sarei incorsa. Io di natura sono pavida. Il coraggio, quello descritto nei libri, quello delle eroine della mia infanzia ma anche quello delle eroine femministe a cui dovremmo tutte ispirarci mentre raccontiamo le favole della buonanotte alle nostre figlie, quello non è il mio primo istinto. Non ci sono stati segni propiziatori che mi confermassero che avevo fatto la scelta giusta, anzi. Il giorno prima mi è venuto il ciclo, un freddo assassino è calato sull’Europa, quando sono arrivata a Varsavia c’erano 2 gradi. Il volo che doveva portare Alessandro da Berlino a Varsavia è stato cancellato, è dovuto venire in macchina, l’orario del concerto è stato spostato due volte e lui è arrivato venti minuti prima dell’inizio.
Eppure è stato bello. È stato giusto, anche senza che tutto fosse perfetto, anche senza il coro degli angeli. Ho cantato io al loro posto. (qui un video che ho fatto per ricordarmi come è stato).
Aprile è stato un mese inquieto (io ero inquieta, impossibilitata a fermare un attimo i pensieri, il corpo, la smania non so di cosa). L’esame che ho dato il 3 è andato bene, ora sto studiando Psicometria, esame 8 maggio. Argomento lontano, difficile, ma la prof lo spiega bene. Ci si prova, come sempre, pianificando il coraggio.
Cose belle di aprile 🦄
Partiamo dai libri. La Fortuna come vi ho scritto mi è piaciuto molto. Se fossi una prof lo farei leggere ai miei studenti e ne parlerei con loro, perché Lucio è un adolescente in cui potersi riconoscere.
A inizio mese ho letto Spatriati, di Mario Desiati, vincitore dello Strega nel 2022. Ho sentito, ho percepito che raccontava anche parte della mia storia, spesso accade con gli autori della mia età. Si parla di un’amicizia, dell’Italia e della vita all’estero, del sud. Forse abbiamo bisogno di raccontare i nostri anni per come li abbiamo vissuti, attraverso le relazioni, dargli un senso perché i nostri anni davvero non avevano senso. Forse però è così per tutti, per tutte le generazioni. Alla fine? Mi è piaciuto, non mi ha fatta emozionare.
Ho letto poi La vita Intima di Ammaniti. Per Maria Cristina Palma, la donna più bella del mondo e moglie del premier italiano, ho provato simpatia e anche un po’ di pena per essere nelle mani di un autore che può usare le parole anche per tagliare. Ho letto volentieri fino alla fine senza capire come davvero sarebbe andata. Il finale, che ha sorpreso molti, mi ha lasciata contenta perché a differenza di molti Maria Cristina mi è stata simpatica subito. Ammaniti è un autore di cui riconosco la bravura, mi diverte anche, mi fa pensare per giorni ma non riesce a prendermi il cuore davvero.
Chi mi ha preso il cuore, la testa, la pancia e tutto il corpo è stata Giulia Caminito, ho letto L’acqua del lago non è mai dolce. Dopo le prime 4 pagine ho pensato: vorrei saper scrivere così. Forse perché ha la mia età, forse perché racconta un mondo che riconosco. Uno dei libri più belli che ho mai letto, grazie a Sveva che cura il bookclub dell’Istituto Italiano di Cultura di Budapest che lo ha proposto come libro per il mese di aprile. Ieri poi colpo di scena proprio al bookclub! Mentre discutevamo del suo libro si è presentata proprio Giulia Caminito che è a Budapest per partecipare al PesText, un festival letterario che si tiene qui a Budapest! Quindi ora sulla mia copia del libro ho anche la sua dedica, sono una fangirl felice!
Infine ho letto Dove non mi hai portata, di Maria Grazia Calandrone. Per questo libro mi è successa una cosa che mi succede ogni tanto con i libri. Mi sono sdoppiata. C’era una Francesca che riconosceva la bellezza del testo, l’importanza anche. E poi una Francesca a cui tutte quelle parole non arrivavano davvero. Troppo difficili per parlarmi sul serio, per commuovermi, per farmi partecipe della storia.
Musica. Il 5 aprile è uscito Maya, il nuovo album di MACE che mi è piaciuto subito, al primo ascolto ero già innamorata persa.
Il 19 aprile è uscito il nuovo album di Taylor Swift, The Tortured Poets Department. Sono 31 canzoni, tutte inedite. È un album di testi, più che di musica. I testi sono più difficili del solito, per una persona come me che non è vicina al livello di madrelingua inglese. Questa volta ho l’impressione che li abbia voluti rendere anche più difficili, più ermetici. Ad oggi, sarò sincera, non sono particolarmente entusiasta. Ci sono dei pezzi che mi sono piaciuti molto (Fortnight, Down Bad e I can do it with a broken heart) ma credo che un editing non avrebbe fatto male al disco. Comunque, per digerire 31 canzoni ci vuole tempo, magari cambierò idea.
Per l’angolo podcast, al BSMT sono passati i Subsonica, altro gruppo di cui so tutte le canzoni fino ad un certo punto della loro discografia, che ho visto in concerto con Arianna, che ho riascoltato volentieri. Intervista interessante, punto di vista non banale sul mondo della musica in Italia. Qui invece un video che mi ha fatto ridere che prende bonariamente per il culo il mitico Gazzoli, host del BSMT.
Ormai l’avrete capito: Sigmund, il podcast del Post dedicato alla psicologia, è diventato rapidamente il mio preferito. La puntata uscita ieri sulla pazzia e sulla figura di Basaglia mi è piaciuta molto. Sarebbe bello avere un altro Basaglia che abbia la forza di ripensare il nostro sistema carcerario.
Ho rivisto Sex and the City perché l’hanno messo su Netflix (forse non in Italia?). A mio parere Carrie è diventata davvero insopportabile nelle ultime 2 stagioni. Non è mai stata la mia serie comfort, neanche quando pensavo che quello fosse il mio mondo, ho voluto rivederla ora, da grande. Mi ha fatto piacere riuscire a “godermela” con distacco. Carrie per molto tempo mi ha fatto sentire grassa, brutta, non all’altezza del mondo che veneravo. Chissà, forse è ancora un altro modo che ho trovato per chiudere un capitolo.
Per l’angolo frivolezze, questo mese sono venuti a trovarci i miei genitori e nei nostri giri mia mamma è voluta entrare da Lush, non ci entravo da anni e ho visto che hanno rinnovato tutta la parte dei profumi. Ho ripreso il primo profumo che ho comprato da sola, a Milano nel 2012: Vanillary. Una vaniglia dolce dolce e persistente che ho indossato tutto il mese sentendomi su una nuvola di zucchero filato. Gnam.
Sempre per l’angolo frivolezze, mentre eravamo a Milano per le vacanze di Pasqua io e Luca siamo stati all’outlet di Serravalle, principalmente perché Luca compra i suoi vestiti solo se costretto dall’evidenza della loro caduta in pezzi. Sempre stato così, sostenibile when it wasn’t cool. A Serravalle trova vestiti per l’ufficio di ottima qualità a prezzi normali. Io invece ci ho trovato delle fantastiche Dr Martens a 64 euro che amo come mai ho amato un paio di scarpe e un paio di Vans a 30 euro che mi fanno sentire un po’ una sk8er girl.
Grazie per aver letto questa mail infinita, vi abbraccio!
Francesca
Grazie per la tua ricchezza!
Grazie Francesca! Ti leggo sempre con piacere.